Gli italiani


Poesia di Pier Paolo Pasolini (scheda del poeta)

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Testo della poesia:

L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai

da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

Analisi della poesia

Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright

Questa poesia rappresenta un giudizio molto severo sugli Italiani da parte di Pasolini.
La critica, per nulla velata, è alla passività delle persone. L'opera inizia con un'affermazione precisa: l'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.

Le persone, ci dice l'autore, non si indignano di fronte ai fatti gravi. Peggio ancora, le idee sono irreali, così come le passioni.
Il popolo è dissociato, ci dice ancora.
Infine, ci mostra la viltà dilagante che porta a vedere morire in modo atroce gli altri con grande indifferenza.
In questo stato di cose, Pasolini afferma che alzare la voce, la sua voce per indignarsi, è inutile, non ha più senso.

E alla fine anche lui muore e anche questo, conclude la poesia, gli nuoce.

La particolarità della poesia sta nel fatto che è ancora attuale. Passano gli anni, cambiano gli scenari politici e sociali, eppure i mali del mondo come l'indifferenza, la passività di fronte alla morte e alla sofferenza e molti altri ancora, rimangono.

Se rileggiamo l'intera opera rapportandola ai tempi nostri, infatti, sembra che i versi stiano parlando della nostra società.
Abbiamo la tecnologia e un livello scientifico superiore, ma i problemi di un tempo rimangono. E viene da domandarsi che cosa scriverebbe oggi Pasolini della nostra società. Forse denuncerebbe l'incapacità cronica, dopo decenni, di superare l'indifferenza e la viltà di cui già ci parlava in questa poesia.

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Articolo pubblicato e online dal 08/11/2013 - Vietata la copia non autorizzata. Info sul copyright