Alle fronde dei salici
Poesia di Salvatore Quasimodo (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.
Analisi della poesia
Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright
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Questo componimento di Quasimodo, scritto durante la dominazione fascista. L'opera mostra tutto l'odio che il poeta ha verso gli oppressori e si divide in due parti che si completano: la prima è formata da domande che rivolge a se stesso ma anche al lettore. Si nota chiaramente l'angoscia per la guerra e le sue atrocità, in una sofferenza che non sembra trovare risposta.
In molti trovano in questa poesia dei riferimenti religiosi: la "madre" (Maria) che va incontro al figlio (Gesù) crocefisso e il "voto" (religioso?) fatto dagli uomini. Da notare poi il fatto che la crocifissione sia accostata al palo del telegrafo, come una sorta di comparazione tra il Vangelo e la vita che tutti conosciamo.
Nella parte finale, invece, l'autore risponde alle domande in maniera malinconica, mostrando anche una vaga speranza per il futuro. Alle fronde sono appese le “cetre” che i poeti hanno messo da parte temporaneamente, allo scopo di chiedere la grazia a Dio, per far cessare la dominazione e le sofferenze inflitte dal Nazismo.