Forse un mattino
Poesia di Eugenio Montale (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Analisi della poesia
Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright
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Montale ha scritto questa poesia inserendo nella stessa una riflessione molto profonda sul "nulla" che caratterizza l'esistenza umana.
L'opera inizia descrivendo una situazione ipotetica, solo immaginata, nella quale il poeta immagina di svegliarsi un mattino lasciando alle proprie spalle il vuoto, il nulla che fa parte della vita, con tutte le sue sofferenze.
Una volta avvenuto ciò, però, egli si sentirà incerto come un ubriaco, perchè davanti a sè troverà uno scenario nuovo, inconsueto.
Queste sensazioni sarebbero però destinate a durare poco. Il poeta dice infatti che "sarà troppo tardi", perchè in breve tempo incontrerebbe di nuovo con i propri occhi tutte le illusioni che la vita mette davanti a chiunque. Rispetto a ogni altra persona, egli avrebbe la consapevolezza di aver già sperimentato il nulla e di conoscerlo. Per questo motivo, anche lasciandoselo alle spalle, capirebbe che le cose belle che troverebbe da quel momento in poi sarebbero solo illusioni.
La poesia mostra quindi una realtà immaginaria in cui chiunque si imbatte giornalmente. E questa verità, questo "segreto", come lo chiama nell'ultimo verso, è meglio non rivelarlo ("ed io me ne andrò zitto"), perchè è una verità troppo dura e amara per essere accettata dagli uomini.