Ho tanta fede in te


Poesia di Eugenio Montale (scheda del poeta)

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Testo della poesia:

Ho tanta fede in te

che durerà

(è la sciocchezza che ti dissi un giorno)

finché un lampo d'oltremondo distrugga

quell'immenso cascame in cui viviamo.

Ci troveremo allora in non so che punto

se ha un senso dire punto dove non è spazio

a discutere qualche verso controverso

del divino poema.

 

So che oltre il visibile e il tangibile

non è vita possibile ma l'oltrevita

è forse l'altra faccia della morte

che portammo rinchiusa in noi per anni e anni.

 

Ho tanta fede in me

e l'hai riaccesa tu senza volerlo

senza saperlo perché in ogni rottame

della vita di qui è un trabocchetto

di cui nulla sappiamo ed era forse

in attesa di noi spersi e incapaci

di dargli un senso.

 

Ho tanta fede che mi brucia; certo

chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere

senz'accorgersi ch'era una rinascita.

Analisi della poesia

Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright

Questa poesia di Montale ha due elementi fondamentali. Il primo è il tema della morte che appare evidente in tutta l'opera. Sotto questo punto di vista, la poesia è molto cupa e triste, perché ci dice chiaramente che la morte vive dentro ogni uomo, mentre la vita ci illude con tanti trabocchetti.

Una strofa su tutte evidenzia molto bene questo concetto:

 

So che oltre il visibile e il tangibile

non è vita possibile ma l'oltrevita

è forse l'altra faccia della morte

che portammo rinchiusa in noi per anni e anni.

 

Il significato della strofa è evidente: noi conteniamo la morte dentro i nostri corpi, perché secondo Montale la morte è già dentro di noi mentre viviamo, pronta a farci sprofondare. Proprio per questo gli uomini non sono in grado di dare un senso alla vita e cascano nei trabocchetti dell'esistenza.

 

Il secondo aspetto della poesia è molto più positivo. La persona a cui il poeta dedica l'opera è descritta come capace di ridargli fede. Si tratta di una fede verso la persona, di una grande fiducia che nonostante il giudizio degli altri (“chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere”) migliora la sua vita portandolo a una rinascita.

 

NOTA PERSONALE

 

La poesia può avere anche una chiave di lettura leggermente differente. Nella prima parte il poeta spiega che con l'arrivo della morte (“finché un lampo d'oltremondo distrugga quell'immenso cascame in cui viviamo. “) loro due saranno insieme in un altra dimensione oltre la vita (“se ha un senso dire punto dove non è spazio ”) e lì si ritroveranno “a discutere qualche verso controverso del divino poema”.

Questo passaggio così splendidamente composto suggerisce forse un qualcosa oltre la morte e magari l'inversione delle parti tra la vita e la morte.

Sembrerebbe infatti dai versi che noi esseri umani siamo nella morte ora (perché la portiamo dentro di noi insieme alle angosce che ne derivano) e poi passeremo dalla morte alla vita e non il contrario. Montale definisce il nuovo stato di esistenza come oltrevita, aggiungendo che è forse l'altra faccia della morte e considerandola probabilmente come l'antitesi della morte stessa.

(Leggi la scheda del poeta)

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Articolo pubblicato e online dal 05/04/2013 - Vietata la copia non autorizzata. Info sul copyright