Il poeta Cardarelli
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Vincenzo Cardarelli, il cui vero nome era Nazareno Caldarelli, nacque a Corneto Tarquinia (ora Tarquinia) in provincia di Viterbo, il 1 Maggio del 1887.
La sua infanzia, che trascorse nella stazione ferroviaria gestita dal padre, fu molto travagliata. La madre abbandonò la famiglia quando Vincenzo era molto piccolo e a questo si aggiunse anche un handicap fisico, dovuto a una menomazione del braccio sinistro.
A diciassette anni fuggì dalla sua casa e si spostò a Roma. Qui si guadagnò da vivere svolgendo tanti mestieri diversi. La sua formazione scolastica fu irregolare e imparò quasi tutto da autodidatta. Successivamente, iniziò la carriera giornalistica. Dopo aver lavorato come correttore di bozze, iniziò a lavorare come redattore presso la redazione della rivista Avanti!. Fondò anche una propria rivista, La ronda.
Visse una vita vagabonda, viaggiò spesso e inserì nelle proprie opere vari riferimenti a paesaggi e animali, tutti in qualche modo ricordi della propria esistenza.
Cardarelli fu un uomo solo, per tutta la vita. La solitudine lo accompagnò infatti per tutto il corso della sua vita e morì povero, nel 1959. Per propria volontà, fu sepolto nel cimitero di Tarquinia, vicino alla Civita etrusca. Nelle sue opere ricorrevano riferimenti alla civiltà etrusca che per lui erano un simbolo di moralità, ma anche una guida durante i momenti di difficoltà della sua vita.
Fu conosciuto ed è ricordato per le sue opere autobiografiche e per le poesie che scrisse. Tra queste, ricordiamo: Prologhi (1916), Viaggi nel tempo (1920), Favole e memorie (1925), Il sole a picco (1929), romanzo con illustrazioni realizzate dal pittore Giorgio Morandi, Il cielo sulle città (1939), Lettere non spedite (1946), Villa Tarantola (1948).
Il suo modo di scrivere poesia può essere riassunto come descrittivo e collegato ai ricordi del passato. Egli esaltò i ricordi di ogni esperienza di vita con un linguaggio discorsivo e profondo.
[Testo tratto da Wikipedia]
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