Di Luglio
Poesia di Giuseppe Ungaretti (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l'estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
Analisi della poesia
Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright
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Questa poesia è molto particolare.
Ungaretti ci descrive la stagione estiva, ma lo fa in un modo imprevisto. Quando si parla di estate, di solito si esaltano i paesaggi, il sole, la natura e i colori vitali. Insomma, ci si concentra sugli aspetti vitali e positivi della stagione. Ungaretti invece ci mostra l'estate come una sorta di furia distruttrice.
Le foglie, a causa dell'effetto del sole, diventano di un colore rosa triste. L'estate è una furia implacabile, ci dice Ungaretti. Essa annienta la vista, "sparge spazio", stritola le rocce ed essicca i corsi d'acqua. E poi, riduce la terra a uno scheletro. Quest'ultimo concetto, che troviamo nella strofa finale, probabilmente si riferisce alle piante che si seccano, diventando scheletriche. Ed è una strofa costruita molto bene:
L'estate, con il suo calore e la luce eccessiva, confonde le menti e disorienta gli uomini.