Novembre


Poesia di Giovanni Pascoli (scheda del poeta)

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Testo della poesia:

Gemmea l'aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l'odorino amaro
senti nel cuore...

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E' l'estate
fredda, dei morti.

Analisi della poesia

Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright

L'opera presenta due parti in contrapposizione tra loro.
Nella prima, il poeta descrive un paesaggio molto piacevole, attraverso la descrizioni sensoriali. Il sole lucente, l'odore del biancospino (il prunalbo), l'aria "gemmea" (limpida e fredda come una gemma).

La seconda strofa prende però una direzione diversa. Inizia con un "ma" che subito denota una contrapposizione a quanto descritto in precedenza. Le immagini mostrate sono infatti diverse. In realtà le piante sono secche e stecchite, in cielo non ci sono uccelli ("vuoto il cielo"), il passo lungo il terreno gelato non è stabile e il terreno sembra ricoprire una cavità ("cavo al piè sonante").

Ovunque regna il silenzio e l'unico suono che si avverte è quello lieve delle foglie che cadono per il vento.

La poesia, come detto, si compone di due parti completamente diverse.
La seconda dimostra che le belle sensazioni provate per il paesaggio e l'aria piacevole sono solo illusioni. Si è trattato quindi di una sorta di sogno a cui è seguito un brusco risveglio. Non c'è però solamente la desolazione per il paesaggio, ma anche a livello umano: c'è solitudine, non vi è traccia di altri uomini, nè di animali.

La vita umana, quindi, è rappresentata da questa poesia. L'infanzia e l'adolescenza (stagioni del "sogno", se vogliamo) non durano, perchè poi subentra il destino fatto di tristezza, desolazione e morte.

La poesia si chiude con una riflessione amara. Siamo a Novembre, l'estate è ormai lontana. Eppure il poeta non parla dell'autunno, ma di estate. Per la precisione, l'estate dei morti.

Proprio nel finale, possiamo apprezzare una sinestesia, il suono del "cader fragile delle foglie", insieme a un ossimoro composto dal concetto di "estate-fredda".

 

(Leggi la scheda del poeta)

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Articolo pubblicato e online dal 04/08/2013 - Vietata la copia non autorizzata. Info sul copyright