Se non avessi visto
Poesia di Emily Dickinson (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
Se non avessi visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha reso il mio deserto
ancora più selvaggio
Guarda il video per approfondire
Link diretto al video: Poesia "Se non avessi visto"
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Analisi della poesia
Importante: Non copiare questo testo senza citare la fonte! Se vuoi riportarlo altrove, specifica che è stato preso da qui. Non copiare tutta la pagina: cita una parte del testo e inserisci un link di rimando a questa pagina. Violare queste regole potrà portare a conseguenze legali. Info sul copyright
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La poesia, seppur breve, è da analizzare a fondo, rileggendola più volte.
Si può trovare in essa una forte tristezza, mostrata come ombra che opprime. La poetessa ci dice che se lei non avesse mai visto il sole, allora avrebbe sopportato l'ombra. Con questo Emily Dickinson ci vuole dire che quando vediamo la luce, automaticamente il buio che ci circonda diventa insopportabile. Infatti, la tristezza, la solitudine e l'apatia a cui ci abituiamo non riusciamo più ad accettarle, perchè le confrontiamo con quell'attimo di felicità che abbiamo trovato temporaneamente.
Questo "gioco di luci" presente nella poesia, con relativo passaggio da ombra a luce e poi di nuovo verso l'ombra, è da rapportare all'animo umano. L'amore, in particolare, fa questo effetto. Sentirsi soli per tanto tempo e poi trovare uno sprazzo di "luce" (cioè di amore ricambiato), fa sentire bene. Poi, quando si avverte di nuovo la tristezza, la percezione del malessere cambia.
La poesia termina infatti in questo modo:
Il finale pone l'accento sul "deserto" dell'anima (la solitudine, le delusioni, la tristezza, ecc...) che è ancora più insopportabile. La "luce" di cui si gode temporaneamente è ora desiderata ardentemente e il suo ricordo spinge a cercarla ancora per spezzare definitivamente la catena di tristezza e solitudine. Si tratta quindi di una sorta di risveglio che porta a non abituarsi più a quelle sensazioni negative.
C'è un proverbio che dice: "L'appetito vien mangiando". E la felicità segue lo stesso principio, specialmente dopo un periodo di costante tristezza.